Il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, ha parlato della possibile crisi di Governo attuale: scopriamo le sue parole.
La possibile crisi del Governo Draghi è l’argomento della settimana, per quanto riguarda la politica italiana. Il Movimento 5 Stelle sembra essere sul piede di partenza, stando alle indiscrezioni trapelate negli ultimi giorni. Eppure, se molti politici di spicco sembrano preoccupati dall’idea di una possibile dipartita dei pentastellati dall’esecutivo attuale, altri non vedono questa ipotesi come un problema. Tra questi, Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia.
Le parole del coordinatore di Forza Italia
“È chiaro che anche senza i 5 Stelle ci sono i numeri per continuare, ma il presidente del Consiglio ha detto che senza di loro finisce la stagione dell’unità nazionale. Per quanto ci riguarda, dopo Draghi non ci sono altri presidenti del Consiglio”, in questa legislatura. Questo è quanto sottolinea il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, durante l’incontro con i giornalisti a Bruxelles.
“Mi auguro – afferma Tajani – che il governo non cada e che prevalga il senso di responsabilità. È incomprensibile l’atteggiamento del M5S, che continua a ricattare il presidente del Consiglio e a tenere in sospeso un Paese che ha bisogno di stabilità. Non si può continuare a giocare perché si cerca di recuperare consensi perduti per problemi interni”.
Le dichiarazioni di Draghi sui 5 Stelle
Ieri, durante la conferenza stampa tenutasi alle 16:30, il premier Mario Draghi ha parlato della situazione legata ai 5 Stelle, usando parole diverse da quelle odierne di Tajani. “Ho già detto che secondo me non c’è un Governo senza i 5 Stelle. Come ho già detto che secondo me non c’è un Governo Draghi. Il Governo ha affrontato abbastanza bene questa situazione di fibrillazione. Queste fibrillazioni sono importanti perché riguardano l’esistenza del Governo, ma diventano più importanti se il Governo non riesce a lavorare. Il Governo ora riesce a lavorare. Se il governo non riuscisse più a lavorare, il Governo perderebbe il suo senso di esistere”.